00 23/02/2008 19:27
come da titolo ecco un fulgido esempio di come si fa televisione.
è un pezzo di qualche anno fa, ma sembra che gli italiani abbiano necessità di spolverare la memoria qualche volta:

http://it.youtube.com/watch?v=9j3vyl_LllI&feature=related

so che alla maggior parte delle persone questo filmato non dirà molto, ognuno di noi, ogni giorno, sente uscire dalla bocca di lui medesimo str**zate peggiori.
ma per dovere di cronaca e in nome di una cosa sconosciuta da questo individuo: "la verità", le frasi che riporta essere del giornale "l'unità" e a lui rivolte, sono in realtà del "giornale" (in teoria di suo fratello, ma in realtà suo) e sono espressamente rivolte a prodi, probabilmente (allora) suo prossimo avversario politico!
ma sicuramente nessuno ci crede a questo.
quando si dice che le bugie non pagano...

PS
per evitare di esser tacciato di partigianeria, confermo che il quotidiano del partito dell'amore, ha scritto queste cosucce amorevoli, il 6 dicembre 2004, se qualcuno ha voglia di andarsele a leggere può farlo da solo, il mio pc si rifiuta categoricamente di entrare in quel sito colmo di komunisti che sicuramente son lì che non aspettano altro che me...
mi limiterò a riprendere quello che scrisse qualche giorno dopo il direttore dell'unità in prima pagina, affermazione che deve essere ancora smentita dai sempre presenti e sempre affamati avvocati-parlamentari-seguaci-guardaspalle ghedini e pecorella:

Ecco chi ha detto "mostro bavoso"
di Antonio Padellaro

Lunedì sera, ospite su Raiuno della trasmissione «Conferenza Stampa», Silvio Berlusconi ha accusato l’Unità di averlo definito un «mostro bavoso». Data la profonda gravità e volgarità dell’ingiuria abbiamo subito proceduto a una ricerca di archivio per verificare l’esattezza della citazione che se confermata ci avrebbe naturalmente imposto di rivolgere le più sentite scuse al presidente del Consiglio.
La ricerca ha effettivamente confermato che in data 7 dicembre 2004 la rubrica «Bananas» di Marco Travaglio aveva come titolo «Qua la mano mascalzone (non mostro, ndr) bavoso». Il testo, effettivamente, contiene una serie incredibile di insulti, offese, oltraggi, contumelie che sommati l’uno con l’altro determinano un’aggressione personale senza precedenti nei confronti di un leader politico. Si parla nell’ordine di «leader rottamato», «fior di mascalzone», «uomo dal passato cupo di ombre», «amico dei golpisti», «bavoso», «vergognoso», uno che «ha fatto a pezzi il Paese», «salame», «come chi in America latina adorava il mitra», «disastro», «medium da retrobottega», «capo di uno schieramento demenziale e violento» fatto di «poveracci» e da «squadristi da far valere alle manifestazioni», «canagliesco», «attrezzo per disperati», «figura indegna», uno che «è entrato in una cabina telefonica, si è tolto il liso panciotto, si è spolverato la forfora, si è spogliato ed è rimasto nel costume con mantellina con la grande “M” di Mascalzone». Solo che l’oggetto di tanto odio non è Silvio Berlusconi bensì Romano Prodi. Travaglio, infatti, si è limitato a riportare tutte le infamanti citazioni contenute nell’articolo pubblicato il giorno prima sul «Giornale» di proprietà della famiglia Berlusconi, a firma di Paolo Guzzanti, vicedirettore del quotidiano e senatore di Forza Italia.
Da notare che l’altra sera, su Raiuno, Berlusconi ha potuto diffamare l’Unità a colpi di citazioni false (attingendole dal dossier già distribuito alla stampa, che definisce questo giornale affetto da «sindrome nazicomunista») senza che la conduttrice Anna La Rosa e i quattro colleghi presenti, certamente a conoscenza delle farneticazioni prodotte dagli appositi uffici del premier, abbiano potuto obiettare alcunché. È veramente paradossale (per non dire altro) che il Berlusconi che si presenta in televisione con l’aria della vittima costretta a subire ingiurie e derisione è lo stesso Berlusconi che un giorno sì e l’altro pure insulta pm e giudici (”toghe rosse”, “eversori”, “golpisti”, “comunisti”, “fascisti”, “come la banda della Uno Bianca”, “criminali”, “matti”),giornalisti e attori (Biagi, Santoro e Luttazzi “criminosi”), capi di Stato (Scalfaro “golpista e ribaltonista”) e semplici cittadini (”faccia da stronza”, alla signora di Rimini che lo invitava a tornare a casa).
A questo punto ci aspettiamo che Berlusconi renda, se ne è capace, le sue più sentite scuse a Romano Prodi, all’Unità e alla verità.


no comment.


"... Non vogliate negar l'esperienza
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"
Ulisse nell'inferno di Dante.