00 20/04/2007 12:49
tu quoque, vito, fili mii....
come da titolo, parafrasando la immortale e indimenticabile frase di cesare, saluto il vito nostrano che sembra avere un rigurgito di coscienza...
giustissimo quello che dice riguardo l'allegra e spensierata gestione dei pubblici denari e della non poco remota possibilità che ci siano delle ripercussioni di grande dimensioni, a carattere economico (purtroppo per noi) oltre che penale (speriamo per loro).
ma da qui a potersi candidamente chiamare fuori dalla mischia e agghindarsi del bianco abito dell'innocenza, ce ne corre.
e non poco....
cos'è, ci si sveglia la mattina, si aprono gli occhi e si scopre che la torta che ci si apprestava a mettere in forno, ad un certo punto inizia ad emanare strani e puzzolenti aromi di fogna?
vorrei capire bene (se possibile naturalmente) dove finisce la presunta incolpevole cecità, e dove inizia la rivolta all'ordine di scuderia, fin qui seguito alla lettera da tutti i bradipi....
non che ci sia molto da spiegare, quando il ferro da tenere in mano inizia a scottare troppo, tutti si danno da fare per mollarlo alla svelta, ma una domanda sorge spontanea:
se il duo sindacale diversamente barbuto non avesse fatto quello che ha fatto, sim sicuri che le grida della coscienza sarebbero state ascoltate e addirittura (sembra) seguite??
ai posteri l'ardua sentenza, nel frattempo un augurio, anzi due:
è stata dura, ma si iniziano a vedere i frutti del lavoro svolto...
benvenuto al vito nostrano nel gruppo di mezzo, quello che a forza di badilate sui denti da parte di una fetta di cittadinanza (non indifferente a giudicare dagli ampi vuoti durante le riunioni a tema) ha seriamente iniziato a pensare di farsi una dentiera di acciaio.
avanti così, comunque.
"muso duro e bareta fracà" si diceva negli anni '80, non si deve mollare nemmeno un milimetro, questi son dei gattacci che non venderanno la pelle molto facilmente, il prezzo sarà salato, tanto salato!!


"... Non vogliate negar l'esperienza
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"
Ulisse nell'inferno di Dante.