vado un po' OT ma copio-incollo e vi regalo questa favoletta (cieco sei tu il nostro favolista preferito ma questa volta ti rubo la scena per un momento)
auguri dalla vostra babysitter
È tempo di Natale, di festa, di gioiose strenne e di felicità. È tempo di un racconto vero, ma lieve come una favola...
C'era una volta un piccolo cavaliere. Un ometto speciale, dotato di poteri straordinari che viveva felice nel suo palazzo nella capitale del Reame. Silvio, questo il suo nome, aveva imparato dal mago Bondi i segreti per l'eterna giovinezza. Anno dopo anno, il piccolo cavaliere diventava sempre più bello e giovane: le rughe scomparivano miracolosamente dal suo volto, l'incarnato si faceva più lucido e perfino i capelli radi e ingrigiti tornavano per magia folti e fluenti.
Nella sua lunga vita, il piccolo cavaliere aveva sfidato e sconfitto i più grandi nemici del Reame, tra cui il temibile drago a due teste Boccassini-Colombo e la strega Veronica, che avrebbe voluto in pegno il riporto di Silvio su un vassoio d'argento.
Un giorno, Silvio si avventura nelle gelide steppe della capitale del Reame. Fa molto freddo e la pelliccia di puro Schifani selvatico non è sufficiente a scaldare il piccolo cavaliere, che inizia a sentire i primi geloni ai piedi, avvolti nelle babbucce di bava create dal suo devoto ciabattino Fede.
Il piccolo cavaliere decide di tornare lesto a palazzo, per cercare di riscaldarsi le ossa. Il fido Vespa, maggiordomo personale di Silvio, è fortemente preoccupato per la salute del suo padrone e lo invita a stendersi sotto le coperte per cercare di riscaldarsi. «Cribbio, Vespa! Portami una borsa dell'acqua calda, che qui si gela!» tuona il piccolo cavaliere. Vespa ordina immediatamente a Pier Ferdinando, lo sguattero di palazzo, di riempire una borsa dell'acqua calda per il piccolo cavaliere. Da sempre geloso del suo padrone, Pierferdinando colma la borsa con dell'acqua bollente, che aveva messo sul fuoco per cucinarsi un po' di tortellini.
«Ma allora, arriva o no la mia borsa dell'acqua calda, cribbio!» sbotta nervoso il piccolo cavaliere. Il fido Vespa porge il benefico strumento al suo padrone, che lesto lo infila sotto alle coperte, scansando il micio Cicchitto che gli si era appisolato sulle gambe.
«Qualcosa proprio non mi convince. È indegno! Dobbiamo ricontare la temperatura...» tuona tra uno starnuto e l'altro il prode Silvio che, ratto e repentino, svita il tappo della borsa dell'acqua calda riversandosi il liquido rovente addosso. «Ah! Lesa maestà, cribbio! Brucia, brucia, brucia..." Il piccolo cavaliere pare spacciato, bollito e rosso come un gamberetto comunista.
Tra le lacrime, Vespa invoca il mago Bondi che appare in una scia di stelline e poesie prive di metrica. Il prode alchimista cosparge il piccolo cavaliere con un unguento a base di balsamo di sugna di Ferrara e denti di Tajani. Poi lo bacia in fronte e lo lascia tra le braccia della nutrice Baget Bozzo, che lo culla con amore contandogli le schede elettorali del 2006.
Intanto, lo sguattero Pierferdinando viene condotto nelle segrete di Cologno Monzese negli studi del TG4. Prima di entrare nel suo luogo di prigionia, il servo alza lo sguardo al cielo e, con un filo di voce, sussurra: «Libertas!»
Morale
- Se ti chiami Pierferdinando rinuncia a sconfiggere il piccolo cavaliere: è imbattibile quanto Jack lo Squartatore a una gara di macellazione.
- La borsa dell'acqua calda si chiama così perché all'interno contiene dell'acqua calda. Ora anche Silvio l'ha capito.