00 10/09/2015 15:57
Questa è la testimonianza scritta di uno dei 30 profughi ospitati attualmente a Buttapietra; ad occuparsi della gestione del progetto di accoglienza è la SPAZIO APERTO Società Cooperativa Sociale, insieme ad alcuni volontari e volontarie.

Io sono Koffi Yao, ho diciotto anni e sono Ivoriano della Costa D’Avorio. La mia famiglia aveva 7 persone: mamma, papà, tre fratelli e una sorella.

Nel 2004 ho perso mio papà durante il colpo di stato del nuovo presidente. Nel 2011 ho perso due fratelli che partecipavano a una manifestazione universitaria contro il presidente causa della ribellione del 2002-2004.

A quattordici anni sono partito per il Ghana e sono rimasto due anni come rifugiato. Sono poi andato in Libia passando per il Niger. Il viaggio è molto pericoloso. Abbiamo passato il deserto con un camion. Eravamo trenta persone. E io ho pagato duecento euro.
Ho lavorato come muratore per un anno.
Poi i soldati mi hanno chiesto soldi, io non ne avevo e sono stato in prigione sei mesi. Li lavavo le bombe e smontavo le armi. Una notte alle dieci il capo della prigione mi ha liberato insieme a altre quattro persone, e a mezzanotte eravamo sulla spiaggia.

Siamo partiti con una barca con 300 persone e dopo sette ore siamo saliti sulla grande barca italiana fino alla Sicilia.

Il 14 maggio 2015 sono arrivato qui a Buttapietra.