PROGETTO AUTODROMO: IL PAESE DEI BALOCCHI

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l'altra campana
00mercoledì 12 marzo 2008 21:11
Forse già dal prossimo anno cominceremo a
vedere in azione ruspe e camion per la
costruzione del futuro “PAESE DEI
BALOCCHI”: autodromo, pista da cross, pista
per go-kart, centro commerciale, parco tematico,
polo tecnologico (zona industriale), District
Park (capannoni ).
E’ difficile rendere l’idea della vastità di quello
che sarà tutto ciò, solo scrivendo numeri, meglio
qualche esempio concreto. La sola area del centro
commerciale supererà Auchan e Grande mela
insieme. Il parco divertimenti (tematico) sarà più
vasto di Gardaland. Nei documenti depositati in
comune a Vigasio dalla società “Autodromo del
Veneto”, risultano 1.079.250 mq di parcheggio,
che, facendo le dovute proporzioni,
corrispondono a più di 43.000 posti auto!…e se
sono previsti questi spazi, state certi che saranno
riempiti. E da dove dovrebbe transitare questa
fiumana di veicoli? Forse dal casello
autostradale, che a sentire i nostri amministratori
“imbonitori”, costruiranno apposta per noi? Ma
secondo voi tutti i visitatori in arrivo da
Villafranca, Bussolengo e tutta la zona a nord di
Verona e dalla città stessa, saranno così tonti da
imboccare l’autostrada per fare pochi chilometri,
rischiando la solita coda e pagare il pedaggio?
Esperienza insegna che cercheranno vie
alternative in tutte le direzioni, ogni strada del
paese sarà battuta pur di arrivare velocemente
alla meta: praticamente ci passeranno sul
giardino di casa!….
Non abbiamo ancora considerato tutti i camion
che dovrebbero alimentare l’area industriale
(polo tecnologico) e il District Park, che non è
compreso nel progetto Autodromo, ma sarà
realizzato contemporaneamente, andando ad
aggiungere più di un milione di mq ai 4.560.000
già previsti. Per fare un altro esempio, pensate
che le acciaierie Riva (ex Galtarossa), se
dovessero trasferirsi nella nostra magnifica zona
(molto indicata) si porterebbero al seguito
250/300 camion al giorno, solo loro!
Cosa potrà attrarre una zona come il District
Park, che altro non sarà se non una selva di
capannoni (600.000 mq) per lo stoccaggio di
merci d’ogni tipo; viene il mal di pancia solo a
pensarci. Dati presi a riferimento da “FS
CARGO” di Verona, ci fanno prevedere almeno
160.000 autoarticolati l’anno, 650 ogni giorno
lavorativo!
Considerazione finale: è noto che Verona e
Mantova sono tra le città più inquinate d’Italia,
finora noi ci siamo salvati; tra qualche anno
saremo un tutt’uno, una immensa area nella
superproduttiva Padania, immersa nello smog e
nelle polveri sottili.
(“Il rischio di morire d’inquinamento nella
nostra città è due volte maggiore di quello della
media italiana”…relazione USL20 presentata
alla Commissione Sanità del comune di Verona -
2007 - Corriere della sera - inserto di Verona ).
Purtroppo quando l’aria sarà irrimediabilmente
inquinata, non potremo far altro che tenercela!
Costruttori e speculatori saranno già lontani,
mentre i nostri “imbonitori” staranno ben saldi
sulle loro poltrone municipali.
Forse bisognerebbe allontanarli prima, magari fra
un paio d’anni, alle prossime elezioni comunali.
Ricordate bene: anche se ci faranno (con i nostri
soldi) la piazza con le statue d’oro ed i mosaici
sulle strisce pedonali, sarà sempre molto, ma
molto meno di quello che ci avranno tolto.
Chi continua a parlare di sviluppo e di grosse
opportunità per il paese, se non è in malafede non
può essere altro che incosciente.
luana la babysitter
00venerdì 28 marzo 2008 00:04
la mal'ombra
questa sera sono andata a vedere "La mal'ombra", un film documentario che racconta la storia di dignità e resistenza di una piccola comunità veneta (San Pietro di Rosà-VI)contro il rischio di uno sviluppo industriale spregiudicato, un film che parla veneto, con le nostre facce e non quelle belle ma finte che siamo abituati a vedere sullo schermo, un film che parla in dialetto, un film che mostra la gente che non resta inerme e sconfitta nei confronti di decisioni prese sulle loro teste ma che decide di riunirsi, mettere il naso "nelle carte" e costituirsi in presidio per impedire lo scempio della loro terra....un film che consiglio di vedere ( www.lamalombra.it ) e per conoscenza vi posto la pagina del presidio...

da www.presidiosanpietro.org

Chi Siamo…
- Siamo una piccola frazione del Comune di Rosà – a sud di Bassano del Grappa - che si ribella alla costruzione abusiva di un complesso industriale a ridosso delle nostre case. Un complesso di 140.000 mq - che chiameremo PIP49 - destinati alla costruzione di varie attività tra le quali spicca principalmente una Zincheria per la quale non esistono legali concessioni edilizie.

Perché la protesta diventa un presidio
- L’ 8 agosto del 2002 la forza delle braccia e la volontà di uomini e donne del paese innalzano il primo presidio di S. Pietro – parlo di primo perché successivamente sarà dichiarato abusivo (???) e saremo costretti ad obbedire ad un’ordinanza comunale per poi spostarlo qualche metro più vicino.

Lottiamo contro l’abuso di potere della nostra amministrazione comunale che non solo non tutela il suo cittadino ma non ha il tempo di ascoltarlo. Nasce formalmente la protesta univoca di chi non sopporta più il perbenismo contro chi falsamente fa passare un tale scempio per una risorsa industriale dedita allo sviluppo.

Un sito archeologico Romano di demanio statale distrutto negli scavi.

- L’amministrazione ha finto persino di non vedere cos’è andato distrutto del patrimonio archeologico che era presente nell’ area dove ora spiccano altissime le colonne di cemento della vergogna. Essenze arboree rare e protette, antiche vie alberate, rogge storiche e ritrovamenti sotterranei spazzati per la costruzione di 8.000 mq di parcheggi.

Rilevamento sostanze altamente tossiche nel terreno.

Vi racconteremo come una zincheria ancora in costruzione riesca ad essere altamente tossica prima ancora di iniziare l’attività. Come? Semplicissimo, usando la superficie terrena per scaricarvi i rifiuti tossici di altre attività. Le analisi dichiarano alta concentrazione di cadmio zinco e ferro nel terreno. Tutte sostanze che ritroveremo noi e i paesi vicini nelle acque delle famosissime risorgive del nostro sottosuolo.

Ad oggi caro lettore, a distanza di oltre due anni di protesta a suon di querele e ricorsi ai tribunali – peraltro vittoriosi per noi – la situazione non cambia.

Le sentenze di sequestro del cantiere della Zincherai e l’immediato ordine di blocco verranno presi in considerazione per qualche istante, un po’ come se quello del giudice non venisse mai ritenuto un ordine ma un parere di un uomo qualunque.

Non riusciamo più a capire a chi davvero ci si deve rivolgere per far rispettare una legge che sulle righe ci rende merito ma nessuno e’ tanto forte da fermarne l’attività.

Nelle prossime pagine tenteremo di darvi l’idea della resistenza popolare e di come l’amministrazione comunale ha deciso di toglierci persino il diritto di cronaca perché tale era la vergogna di ciò che raccontavamo ai giornali. Eviteremo di elencare le minacce e la paura che abbiamo vissuto in questi oltre due anni, fissando l’importanza dell’ interesse collettivo piuttosto che sfogare in un sito le nostre angosce personali.

Nelle prossime presentazioni troverete foto, documenti e una raccolta di articoli di giornale – di quelli che riuscivano ancora a scrivere – utili a capire le nostre vicende e la cronistoria vi aiuterà a capire gli sviluppi dei vari eventi politici e popolari.

Buon viaggio…
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