L'Autodromo non versa l'IMU. Coopsette in crisi.

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V.Parise
00martedì 11 agosto 2015 07:49
L'Autodromo non versa l'IMU. Coopsette in crisi.
Da L'Arena di domenica 9 agosto 2015.

L'Autodromo non versa l'Imu 

Casse dei due Comuni in crisi. Mancano all'appello i 370mila euro dell'imposta.
I sindaci Tosi e Gazzani: «Ha un anno per pagare».
Il presidente Dall'Oca: «Servono nuovi investitori».

Nelle casse dei Comuni di Vigasio e Trevenzuolo mancano 370mila euro. Sono i soldi che l'Autodromo del Veneto avrebbe dovuto pagare entro il 16 giugno per l'Imposta municipale propria, la tassa immobiliare che ha sostituito l'Ici. Soldi relativi ai terreni classificati ad uso edificabile che la società ha acquistato, investendo centomila euro, già nel giugno del 2007, con la prospettiva di dare attuazione a breve ad un progetto che però di fatto non è mai partito. Quei denari, cosa peraltro inusuale, ad oggi non sono ancora stati versati. Un fatto che a termini di legge, però, non può consentire alle amministrazioni locali di avviare nessuna iniziativa di recupero. La società che era stata costituita alla metà dello scorso decennio per realizzare il progetto del Motorcity, per la prima volta non ha versato entro i termini previsti quanto doveva ai Comuni; cosa che rischia di avere delle conseguenze sull'attuazione dei programmi di spesa delle due municipalità. 
Lo spettro, infatti, è che a Vigasio e Trevenzuolo si riproponga la situazione che si è verificata quest'anno a Campegine. È un Comune della provincia di Reggio Emilia e i suoi amministratori sono stati costretti ad aumentare l'addizionale dell'Irpef, a causa del mancato versamento dell'Imu da parte del socio di maggioranza di Autodromo del Veneto. La società cooperativa Coopsette, che ha sede a Catelnuovo di Sotto, Reggio Emilia ed i cui debiti sono congelati a causa del concordato di cui ha fatto richiesta al Tribunale, non ha infatti versato al Comune i 180mila euro di Imu relativi al 2014 ed a parte del 2015. Un tributo dovuto al fatto che è proprietaria di capannoni in cui opera una ditta di arredamento per uffici.
A confermare il mancato versamento dell'imposta a Vigasio è per primo il sindaco Eddi Tosi. «Noi abbiamo inviato un sollecito non formale», afferma, «perché in realtà non c'è stata nessuna infrazione. La legge, infatti, prevede la possibilità di pagare entro un anno dal termine non rispettato con una piccola sovratassa. In teoria, quindi, non è accaduto nulla di particolare, anche se ci siamo decisi a segnalare alla società il ritardo perché l'Imu di questi terreni è molto importante per le tasse comunali, specialmente in questo periodo in cui le entrate sono ridottissime».
Al Comune di Vigasio, nel cui territorio ricadono 272 dei 458 ettari che dovrebbero essere interessati dal Motorcity, spettano di Imu ogni anno circa 270mila euro. Una cifra che sicuramente permette di sostenere vari capitoli del bilancio comunale. 
«Considerato che da noi le aliquote sono più basse rispetto a quelle di Vigasio, e che qui l'autodromo dovrebbe occupare 176 ettari, l'Imu che avremmo dovuto incassare ammonta a circa un centinaio di migliaia di euro», spiega dal canto suo il primo cittadino di Trevenzuolo Roberto Gazzani. «Anche qui sinora non è stato versato nulla. 
La società, come accade per i tanti che purtroppo non pagano nei termini dovuti l'imposta, ha comunque la possibilità di mettersi a posto, saldando quanto deve secondo quanto prevede la possibilità del ravvedimento». «Considerato che sinora non ci sono mai stati problemi, e che non abbiamo nessun titolo per chiedere formalmente il pagamento dell'imposta, noi non possiamo che rimanere a guardare. La speranza è comunque che si trovi una soluzione a questa situazione, in maniera che il progetto possa finalmente prendere corpo», conclude Tosi.
«Questa situazione è conseguente alla situazione finanziaria che sta vivendo il socio di maggioranza Coopsette», si limita a commentare Martino Dall'Oca, il commercialista veronese che presiede Autodromo del Veneto Spa. Poi però ammette anche che «la possibilità che il Motorcity venga realizzato è ormai legata solo all'arrivo di nuovi investitori». 
Per realizzare il Motorcity è necessario andare a caccia di fondi. L'opera mastodontica prevista a cavallo fra i comuni di Vigasio e Trevenzuolo al quale nel 1999 la Regione dedicò una legge apposita, allora era, in ordine di grandezza, il terzo intervento infrastrutturale previsto in Veneto, dopo il passante di Mestre ed il Mose. Ora è ferma al palo. 
Il progetto prevede la realizzazione di una pista per sport motoristici, due alberghi, un parco divertimenti, un'area commerciale, uno show room motoristico, un'area residenziale ed un parco scientifico e tecnologico. Una serie di realizzazioni attuabili con un investimento compreso fra un miliardo ed un miliardo e mezzo di euro che dovrebbero portare fra gli 8 ed i 10mila posti di lavoro. Prospettiva che ha fatto si che le amministrazioni comunali di Vigasio e Trevenzuolo abbiano sin dall'inizio puntato così tanto sul progetto da entrare, assieme all'azienda regionale Veneto Sviluppo, con una quota di minoranza nella società nata per far diventare realtà il «sogno» del Motorcity.
«Ad oggi», afferma Dall'Oca, «la situazione è tale per cui è necessario l'ingresso di nuovi soci, che rilevino del tutto o per buona parte le quote di Coopsette, per poter avviare l'autodromo. Ci sono un paio di contatti con realtà interessate straniere. Sono contatti molto buoni, ma per ora non si può dire nulla di più». 
L'ipotetica messa in pista dell'autodromo, insomma, è legata a trattative ancora non concretizzate. Così come la gestione ordinaria dei bilanci dei Comuni di Vigasio e Trevenzuolo è legata al fatto che quei contatti portino effetti positivi. 
Tutto questo con la speranza che comunque, almeno per quest'anno, Autodromo del Veneto reperisca le risorse per pagare quelle imposte che per le casse dei due Comuni restano comunque molto importanti.

Luca Fiorin

Il consigliere Parise: «Alti i debiti della coop».

Non ci sono solo i problemi legati alle decisioni dei giudici amministrativi per l'Autodromo del Veneto. Nei giorni scorsi il Tar del Veneto aveva respinto i suoi ricorsi contro una delibera con cui la Provincia ha modificato le modalità di realizzazione della strada di accesso al Motorcity e le collegate decisioni dei Comuni di non stipulare le convenzioni urbanistiche che potrebbero permettere l'inizio ai lavori. 
Ora, invece, arrivano notizie secondo le quali i soci di maggioranza della spa stanno navigando fra difficili situazioni finanziarie e problemi giudiziari. La Autodromo del Veneto, che ha sede al Vega di Venezia ed un capitale sociale di oltre 2.700.000 euro, è di proprietà per l'85 per cento di Motor City Holding srl, per il 7,78 di Veneto Sviluppo, per il 3,53 a testa dei comuni di Vigasio e Trevenzuolo e per lo 0,16 della Fiduciaria Valverde srl. Motor City Holding, che ha sede a Castelnuovo di Sotto, in provincia di Reggio Emilia e un capitale sociale di 15 milioni di euro, è a sua volta suddivisa fra più proprietari. Il 66,66 per cento è in mano alla cooperativa Coopsette, che ha sede allo stesso indirizzo di Motor City Holding, il 29,49 a Draco Spa, holding di Brescia attiva nel settore immobiliare, ed il 3,85 alla finanziaria bresciana Investment srl. 
«Coopsette», spiega Vincenzo Parise, responsabile di Legambiente e consigliere comunale di opposizione a Vigasio, «detiene il 56,66 per cento dell'Autodromo. Proprio Coopsette, però, già nel 2013 era stata ammessa alla procedura di concordato preventivo, con amministrazione controllata e azioni date in pegno ad un pool di 13 banche per un valore totale di quasi 8milioni 666mila euro. 
Nell'aprile scorso, poi, ha dichiarato debiti per 700 milioni di euro, tanto che si è iniziato a parlare di un piano di esuberi riguardante circa la metà dei suoi 600 dipendenti. 
A maggio ha quindi presentato una nuova domanda di concordato preventivo, in seguito alla quale il Tribunale ha concesso 60 giorni di tempo per il deposito di una proposta concordataria, nominando tre commissari. Termine che scade proprio in questi giorni».
La cooperativa è una delle più grandi realtà italiane che operano nel settore delle grandi infrastrutture. Fondata nel 1977, è presieduta da Fabrizio Davoli. Per lui, e per 11 dirigenti a maggio è stato chiesto il rinvio a giudizio nell'ambito di un'inchiesta per corruzione, truffa, frode e traffico illecito di rifiuti legata ai lavori di costruzione del sotto attraversamento di Firenze della Tav.
LU.FI. 

V.Parise
00lunedì 17 agosto 2015 15:07
Quindici anni di Motorcity, ma ancora nulla di fatto
Dalla Gazzetta di Mantova, 15 agosto 2015

Cantieri fermi per l’autodromo del Veneto che confina con Castelbelforte.
Il blocco per le difficoltà della Coopsette e il Tar.
E la società non ha pagato l’Imu.

CASTELBELFORTE.
Dopo oltre 15 anni che se ne parla, ancora nulla di fatto per l'Autodromo del Veneto, la mega struttura del Motorcity che dovrebbe sorgere ai confini con il comune di Castelbelforte.
Negli ultimi anni sembrava che si fosse ad un passo dall'apertura dei cantieri ma poi tutto si è bloccato tra ricorsi e contro-ricorsi al Tar e, da ultimo, le difficoltà finanziarie in cui versa il socio di maggioranza, la Coopsette, che detiene il 56,66 per cento dell'Autodromo del Veneto spa.

Due sentenze del Tar del Veneto dello scorso 24 luglio respingono altrettanti ricorsi presentati dalla società.
L'uno per l'annullamento della delibera n. 43/2013 adottata dal Consiglio Provinciale di Verona, finalizzata all'approvazione della nuova modalità di realizzazione per stralci del sistema infrastrutturale viabilistico delle zone sud-ovest del territorio provinciale. Il ricorso viene dichiarato inammissibile per difetto d'interesse. «A tale riguardo va tuttavia evidenziato - scrive il Tar nella sentenza - che la scelta amministrativa di realizzare la viabilità extra-comparto per gradi e stralci, ed in autonomia da parte di ciascuna delle tre società attuatrici del PAQE, (tra cui Autodromo del Veneto ndr) oltre che largamente discrezionale, deriva dall'accoglimento di una richiesta congiuntamente avanzata dalle stesse, ivi compresa dunque l'attuale ricorrente (Autodromo ndr), come risulta in particolare dall'allegato alla lettera diretta alla Provincia e sottoscritta dalle tre società, del 1 giugno 2011».

L'altro contro i Comuni di Trevenzuolo e Vigasio, per l'annullamento delle note rispettivamente del 25 e del 26 agosto 2014, con le quali i responsabili Area Tecnica dei due Comuni comunicavano alla ricorrente che non è possibile procedere con la stipula della convenzione urbanistica del Piano Particolareggiato denominato "Motorcity". E ciò per due ragioni:

a) il mancato adeguamento del Piano particolareggiato alle prescrizioni della Commissione regionale di VIA recepite dalla deliberazione del 29 dicembre 2009 con la quale la giunta regionale aveva espresso il giudizio favorevole di compatibilità ambientale;

b) la mancata assunzione degli obblighi connessi alla realizzazione delle opere infrastrutturali (rete stradale) destinate allo sviluppo dell'ampia area di intervento programmate e coordinate dalla Provincia di Verona. Il Tar ha sentenziato che «le ragioni dei Comuni risultano fondate, pertanto i ricorsi vengono respinti».

«Se a tutto questo si aggiunge che la Coopsette nell'aprile scorso ha dichiarato debiti per 700 milioni di euro e che nel maggio successivo ha presentato domanda per l'ammissione alla procedura di concordato preventivo» osserva Vincenzo Parise, responsabile del Circolo Legambiente "Il Tiglio" di Vigasio «le dichiarazioni fatte alla stampa dal presidente della società Martino Dall'Oca "… siamo ancora impantanati in questioni burocratiche …" sono nient'altro che un eufemismo».

A tutto questo si deve aggiungere che al 16 giugno scorso la società non ha versato la rata Imu ai comuni di Vigasio e Trevenzuolo, sui terreni di sua proprietà, per un totale di 370.000 euro.
«Fino ad ora non abbiamo mai avuto problemi» dichiarano i due sindaci «e la società ha comunque la possibilità di saldare quanto dovuto entro i termini di legge per cui siamo fiduciosi che tutto si risolva positivamente».

Lino Fontana
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