Articolo su l'Arena di oggi, 23 marzo 2010
L'Arena
Cronaca Villafranchese
Tagli di nastri e polemiche nel paese che cambierà volto a VIGASIO.
Nel Comune di oltre 9mila abitanti sarà eletto il nuovo Consiglio.
Si prevede una delicata fase per il futuro.
Il sindaco inaugura la farmacia che però aprirà solo dopo il voto.
Gli altri candidati protestano ma la vera sfida è sul Motorcity
23/03/2010
Forbici e nastro tricolore e via all'inaugurazione. Domenica in piazza Papa Luciani è toccato alla farmacia comunale che però aprirà soltanto dopo le elezioni amministrative.
Protagonista del tour de force delle cerimonie è Daniela Contri, sindaco di Vigasio, in corsa alla competizione elettorale di domenica prossima. Ha inaugurato la fine dei lavori del tetto della scuola materna (cinque giorni dopo, però, nelle aule pioveva acqua filtrata per una gettata di cemento fatta al piano superiore), la tettoia degli alpini, la fine dei lavori a un campo di bocce e così via.
LE POLEMICHE.
Il suo attivismo, però, sta creando polemiche in paese. Gli altri candidati delle liste Vigasio Comune Virtuoso legata al Gruppo Grillo e Intesa per Vigasio, parlano di comportamento che li penalizza, perché il sindaco, secondo loro, approfitta del suo ruolo per svolgere di fatto la campagna elettorale. Di conseguenza, più il primo cittadino inaugura, più i grillini presentano esposti. Hanno scritto a prefetto, vigili urbani e altre istituzioni, in un'escalation di denunce.
Daniela Contri però non ci sta e reagisce alle accuse.
«La farmacia l'ho fatta io e l'inauguro io perché io sono un sindaco del fare», dice con decisione,
accanto all'assessore regionale uscente Giancarlo Conta, candidato del Popolo della libertà alle regionali e accorso per il taglio del nastro, mentre la banda suona l'inno di Mameli.
IL SILURAMENTO.
In effetti fu Contri che, poco prima di Natale, silurò il vicesindaco Pietro Robbi, oggi candidato con la lista Insieme per Vigasio, e con il quale ha amministrato il paese per quasi cinque anni.
A ruota, rimosse dall'incarico anche Giannino Magalini, amministratore della società Gestione servizi integrati che controlla la farmacia comunale, e nominò Marco Bovo, commercialista di Povegliano, come successore. Da allora, è stata una corsa contro il tempo per aprire la farmacia. «Lo faremo il 19 aprile», annuncia Bovo mentre fa vedere i locali nei quali, per l'occasione del taglio del nastro, sono stati custoditi gadget (creme e caramelle) delle case farmaceutiche che vengono poi regalati ai tanti cittadini che visitano la nuova struttura. Fuori, la contestazione.
Carlo Reggiani, candidato a consigliere della lista Comune Virtuoso e leader del Gruppo Grillo di Villafranca, chiede conto ad alta voce al sindaco: «Chi ha pagato il rinfresco?». Lei risponde che è stato offerto da un privato. Le critiche si sprecano. «Peccato che hanno appena tolto un cartello con la scritta "offerto dal Comune" e che è stata usata l'auto della Protezione civile per portare tartine e aperitivi in piazza», dice Reggiani.
LA LEGGE ELETTORALE.
L'altro candidato Alberto Fontana segnala che il suo aspirante consigliere Vittorio Piazzi viene allontanato dall'area dell'inaugurazione dai vigili urbani. Ha in mano l'autorizzazione a occupare il suolo pubblico con il banchetto e la mostra in segno di protesta. A Vigasio, la legge elettorale viene fatta rispettare alla lettera. Niente bandiere o simboli ai gazebo ed è vietato far sostare ovunque i mezzi con i cartelloni dei candidati. Devono girare e basta, senza soste. Caso abbastanza raro, visto che nel resto della provincia si fa un po' quello che si vuole.
L'AFFARE AUTODROMO. Ma in questo paese che ha superato i novemila abitanti, le schermaglie della campagna elettorale tra le sei liste in corsa alle amministrative (ci sono pure la Lega e la Flavio Giusti per Vigasio) sono soltanto la punta di un iceberg degli interessi futuri della comunità. Vigasio, con Trevenzuolo, è diventato l'epicentro di un fenomeno di espansione che, nel bene o nel male, cambierà il suo volto e quelli di tanti altri comuni della pianura a sud ovest di Verona. Il colosso si chiama Motorcity, l'autodromo che ha ottenuto il via libera dalla Regione con mega centro commerciale, albergo, parco di divertimenti e una serie di infrastrutture, comprese le strade (tutte da costruire) per far arrivare migliaia di spettatori alle manifestazioni. Un affare da 1.500 milioni di euro con, come sostiene la società che lo vuole realizzare, migliaia di posti di lavoro in arrivo. Il che vuol dire nuove case, scuole e servizi da assicurare ai lavoratori che si stabiliranno qui e nei dintorni con le famiglie.
LE TERRE DEL LEGHISTA.
Non tutti sono d'accordo sul fatto che i cittadini di Vigasio sono preoccupati per questa grande opera. Valerio Locatelli, per esempio, assessore uscente della giunta Contri, spiega che negli incontri pre elettorali la gente chiede che si parli di altri problemi. Eppure, il raddoppio delle liste di candidati rispetto alle precedenti consultazioni, sembra originato proprio dal progetto autodromo. C'è chi è favorevole, chi è contrario, chi vuole guardare meglio come andrà a finire. E c'è pure un candidato che con il Motorcity è legato a filo doppio per questioni personali. È Luigi Giaretta, della Lega Nord, che ha venduto i suoi terreni e che ora è rimasto con la casa in cui abita nel mezzo delle aree con vincolo di ulteriore esproprio. L'abitazione e il giardino rientrano nella zona residenziale recettiva. A sentirlo, sembra che non sia tanto contento. «Hanno sfruttato la legge regionale del 2004 e io ho dovuto cedere i terreni che, altrimenti, sarebbero stati espropriati», racconta. Erano i tempi in cui si parlava di due milioni e mezzo di metri quadrati da togliere ai proprietari. «Poi», aggiunge Giaretta, «sono diventati tre e mezzo e infine quattro e mezzo, dopo che ormai erano stati firmati i patti tra società e titolari di aree. Prima non si sapeva che, oltre alla pista, sarebbero stati realizzati il parco, il centro commerciale e tutto il resto». La Lega fu favorevole alla legge regionale, anche se poi inondò i paesi con un volantino per dire che il Carroccio era contrario allo scempio del territorio. E lui, Giaretta, com'è messo con il partito, visto che ora potrebbero togliergli anche la casa? Sempre fedele. «Mi rimetto alla legge, non posso far altro. Devo dire, però, che noi leghisti in Regione non avevamo i numeri per fermare il progetto». E allora prima votarono sì e poi si sono astenuti. Giaretta, però, è fuori partita come amministratore. Ogni volta che si è discusso del Motorcity in consiglio comunale, ha dovuto abbandonare l'aula perché, come parte in causa, non può votare né contro né a favore e dovrà continuare a farlo qualora venisse eletto. Così impone la legge.
CARAMELLE IN PIAZZA.
Nel frattempo, ieri mattina alcuni cittadini sono arrivati davanti alla farmacia per comprare le medicine. Le serrande erano abbassate. Hanno trovato soltanto Fontana e Reggiani che distribuiva caramelle, filmava tutto e diceva: «Accontentatevi di queste, ieri c'è stata solo un'inaugurazione bluff».